19 aprile 2009

Intervista a "Il Volantino"

Ulisse Fabbricatore, un moderato, vicino ai problemi della gente. Sulla stampa quando serve e tra la gente per passione. Uomo di sicura fede, un sognatore e perché no, un uomo che non ha da chiedere alla politica. Semmai il contrario.


Le piace questa descrizione?

Assolutamente si, culturalmente e politicamente moderato, abituato a non chiudersi nel “palazzo” ma a vivere la politica nel bel mezzo della quotidianità, dando libero sfogo alle proprie convinzioni, soddisfacendo il piacere di scrivere ogni tanto, sempre attivo nel rapporto dialettico con qualsiasi interlocutore. Un pizzico di idealismo, la strada segnata dall’esperienza culturale cattolica nel solco degli insegnamenti della dottrina sociale della chiesa, appassionato di politica tanto da esserne travolto in senso positivo.


Se avessi fatto l'assessore tu, avresti... quanti le hanno rivolto questa frase?

Tante volte, ma le assicuro che rispondere a questa domanda non genera soluzioni ai problemi reali. Ognuno in politica ha un ruolo, preciso e distinto, e deve cercare di svolgerlo sempre con onestà e correttezza, assicurando il proprio impegno per la collettività. Il ruolo di consigliere è stimolante e ti permette di essere da pungolo nei confronti dell’esecutivo. Fare l’assessore implica situazioni e responsabilità molto diverse ed ognuno le interpreta a suo modo. Ogni uomo impegnato in politica ha i propri progetti e le proprie idee. La bravura sta nell’avere la capacità e la determinazione per realizzarle. E poi con i se e con i ma non si fa la storia.


Consigliere Fabbricatore, uno scorcio di consigliatura con il normale bilancio dell'attività svolta e quella non completata. Ma quest'anno si respira un'aria diversa. Troppo tesa. Le pare?

Quando si stilano i consuntivi di fine mandato è difficile essere obiettivi, sia da parte di chi ha governato, sia da parte di chi si è contrapposto nel ruolo di opposizione, del resto è il gioco delle parti. Tante cose erano state promesse e non sono state fatte, ma la dialettica politica sta scantonando il più delle volte in rissa da osteria. Le istituzioni sono sacre e vanno rispettate mantenendo un comportamento decoroso e degno. L’aria è alquanto avvelenata e la gente comprende sempre meno quali sono i veri motivi del contendere. Auspico una campagna elettorale volta, da un lato, soprattutto a coinvolgere gli “amministrati” nella ricerca delle problematiche a più alto tasso di criticità e, dall’altro, a far si che chi si propone dia effettivamente risposte semplici e concrete. Alle favole non crede più nessuno.


Si susseguono tante voci ed alcune sono ufficiali circa i numerosi cambi di casacca anche da una coalizione all'altra. Ma c'è politica alle comunali o solo personalismo secondo lei?

Personalmente ogni scelta che ho fatto si è ispirata ad una attenta riflessione politica e questo lo affermo senza timore di essere smentito. Purtroppo con la scomparsa del sistema partitico, che aveva regole ben precise ed un insita etica di comportamento, è venuto meno quel senso di appartenenza e quel rispetto della linea politica dettata dal proprio partito, a tutto vantaggio di mire personalistiche che sono il vero dramma di questa fallimentare seconda Repubblica. Alle comunali certamente si parla di politica, il problema nasce dal fatto che le idee camminano sulle gambe degli uomini e nessuno può assicurare che quelle gambe siano quelle giuste.


Lei ha avuto sempre un tono moderato e cauto nella sua attività politica ma cosa si sente di dire ai cittadini di Campobasso circa l'espletamento del suo mandato?

Certamente avrei potuto fare di più, nel senso che la critica sarebbe potuta essere più incisiva e l’azione di controllo più accurata. Molte magagne sono state smascherate come lo sperpero di danaro pubblico per la predisposizione di tanti progetti rimasti sepolti nei meandri della burocrazia e dell’approssimazione. L’impegno è stato intenso, ma si è continuamente scontrato con un esecutivo che ha lavorato come un consiglio di amministrazione, in totale disprezzo delle prerogative del consiglio e dei singoli consiglieri.


Cosa l’ha spinta a ricandidarsi e cosa le piacerebbe fare per altri 5 anni?

La passione politica e l’amore per la mia città sono gli unici motivi per cui ho deciso di sottopormi di nuovo al giudizio dei miei concittadini, ai quali chiedo il consenso ma dai quali pretendo anche la critica più feroce, purché sia propositiva. Mi piacerebbe dare risposte concrete piuttosto che fare promesse fantasiose: in sostanza vorrei che la gente non si sentisse abbandonata a se stessa e presa in giro, come purtroppo è accaduto negli ultimi anni.


Cosa non è riuscito a fare per cui ha dei rimorsi o comunque per cui ha lavorato assiduamente senza arrivare alla concretezza?

Una cosa per tutte, forse futile ma emblematica: l’istituzione dei parcheggi rosa. Una battaglia di civiltà nei confronti di chi, in una situazione di piacevole disagio come una gravidanza, avrebbe avuto la possibilità di una agevolazione negli spostamenti in città tra i vari uffici istituzionali e sanitari. Si è dapprima alzato un polverone politico, poi si è lavorato su una mediazione istituzionale per passare poi alla fase di finto inserimento nel Piano Urbano del Traffico, mai approvato. Tutto questo è disarmante.


Se le dicessi che dalla fine della Dc e del pentapartito sono saltati gran parte dei valori politici mi darebbe torto?

Come ho precedentemente detto è saltato l’intero sistema partitico, è venuta meno la contrapposizione dialettica tra le varie istanze politiche, dal dibattito politico si è passati all’aggressione verbale ed alla delegittimazione dell’avversario. I valori politici non sono svaniti nel nulla, nessuno ha ritenuto opportuno porli al centro della discussione e del confronto. La DC, il PCI, le forze laiche e socialiste, la stessa destra missina erano fucine di evoluzione ed elaborazione politica, portata anche ai massimi sistemi, che però si concretizzava con un agire coerente con i propri principi e rivolta alla effettiva soluzione delle problematiche di una nazione che in sessant’anni, dalla fine della guerra, aveva avuto una trasformazione epocale. Ebbene, quel circolo virtuoso nascente dal confronto serrato di forze politiche legittimate dalle idee e dalla storia è stato oscurato, a vantaggio di un leaderismo innaturale per una cultura politica quale quella italiana che ha prodotto tanti duelli, molto fumo e poca attenzione alle reali necessità di un popolo.


Prevede un cambiamento in che percentuale del Consiglio comunale e un aumento dei votanti?

Purtroppo non è una questione di numeri ma di qualità. Spero che il prossimo consiglio sia composto da persone motivate e preparate, reali rappresentanti delle istanze della gente, a cui dare conto e rispetto. Temo un vertiginoso aumento del fenomeno astensionistico. Non abbiamo offerto un degno spettacolo istituzionale in questa consigliatura.


Com'è cambiata e se è cambiata la sua personalità ed il suo modo di vivere, dalla sua elezione al Comune?

Il mio modo di vivere non è assolutamente mutato, nessun delirio di onnipotenza mi ha pervaso. Ho fatto un’esperienza molto positiva che ha accresciuto le mie conoscenze gestionali ed amministrative e mi ha portato a conoscere tanta gente seria e competente, in primis il Segretario Generale del Comune, Nino Triscari, al quale va il mio ringraziamento più sincero. Ho acquisito, questo si, un po’ di sicurezza in più, sia nell’affrontare i dibattiti più accesi, sia nel confrontarmi con la gente e con i loro problemi. Spero tanto di avere l’opportunità di crescere ancora.


Suo padre sarebbe fiero del suo lavoro da consigliere?

Dentro di se penso proprio di si, perché ci accomuna la passione e l’impegno politico senza sosta, il buttare il cuore oltre l’ostacolo, gli ideali che sono la luce del nostro cammino. Ma credo che non me l’avrebbe mai detto. Lo avrei capito solo incrociando il suo sguardo. Nella sua memoria e nel ricordo di quello che è stato e di tutto ciò che indelebilmente ha fatto continuerò a fare politica così come mi ha insegnato e così come continuerebbe a farla lui. Avrei voluto averlo accanto a me in questa esperienza, mi devo accontentare ad averlo dentro di me.

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